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Gestire al meglio i cicli di lavoro: quando manca e quando è troppo

Come sopravvivere ai picchi e ai cali di lavoro tipici del libero professionista

Chiara Buratti
Guide per professionisti
Chiedete a un freelance se è contento di lavorare in maniera autonoma, tenendosi ben stretta la sua amata-odiata partita iva: tutti – o quasi – vi risponderanno «certo, non la cambierei per niente al mondo; mi permette di gestire il mio tempo e di scegliere i progetti su cui lavorare». Tutto molto bello, ma la verità è che dietro questa letizia sbandierata nel lavorare da freelance ci sono anche dei lati non così gioiosi, che nessuno vi citerà quando chiederete consiglio sul mettervi, o meno, in proprio. Parliamo del fatto che il lavoro da autonomo è per sua natura altalenante, ci sono cioè dei momenti “di piena” in cui si lavora anche 12 ore al giorno senza pause per feste o weekend e ci sono altri momenti “di secca” nei quali il lavoro scarseggia e si ha molto tempo libero. È proprio per questo che il lavoro da freelance è sentito come precario e questa insicurezza, se non ci si è preparati adeguatamente, può essere fonte di grande stress, sia in un caso che nell’altro. Vediamo insieme, allora, come affrontare le ondate di lavoro senza restare sommersi.

 


Indice dei contenuti:


 

Partiamo dal giusto mindset: essere preparati all’insicurezza fa la differenza

Capire come questa altalena di pieni e vuoti sia fisiologica è il primo passo da fare; il secondo è calare nella pratica questa comprensione. Trovarsi nel mezzo del proprio primo picco lavorativo, oppure nel primo momento di secca non è mai qualcosa di semplice o facilmente assorbibile perché capita sempre in maniera inaspettata: se potessimo prepararci, infatti, non avremmo questi picchi, ma attività lavorative ben distribuite.

Generalmente, per esperienza, l’accumulo di lavoro funziona così, anche per chi parte con le migliori intenzioni ed è super organizzato:

  • Si pianificano sul medio periodo i progetti più importanti da realizzare, in modo da essere sicuri di avere tempo ed energie sufficienti
  • Si incastrano il più possibile lavori brevi e/o poco impegnativi nel momento in cui arrivano
  • A questo punto, si palesa “il cliente a cui non si può dire di no” per tanti motivi (porta spesso incarichi sostanziosi, è un collaboratore che ha bisogno di una mano, ecc.) ed ecco che il garbuglio è fatto e ci si ritrova a macinare ore lavorative anche nel weekend

La temporanea secca lavorativa si crea più o meno allo stesso modo, ma con prospettiva opposta:

  • Pianificare sul medio periodo significa distribuire l’attività giornaliera o settimanale lasciando dei buchi opportuni, pensati proprio per scongiurare l’accavallarsi di attività
  • Capita che certi mesi queste “ore buche” non vengano riempite da altre richieste
  • Una volta che ci si porta avanti con gli incarichi pregressi, se nessuno bussa alla porta del tuo studio nell’immediato, ecco che sia crea un momento di secca.

 

MIndset

 

Come gestire le famose “ondate” lavorative: delegare e curare il proprio brand

È a questo punto che può prendere il panico, o almeno una certa ansia, a quei freelance che sperimentano per la prima volta la situazione; il punto di fondo infatti è lo stesso: mi sono organizzato al meglio che potevo, come è possibile che mi ritrovi pieno/senza lavoro?

L’importante è mantenere il sangue freddo. Ricordi? Sapevi che sarebbe successo, te lo abbiamo anticipato.

Dopo aver fatto un bel respiro, è importante stabilire una linea d’azione per non lasciarsi scoraggiare e riprendere un controllo almeno parziale della situazione:

  • Se il lavoro è troppo, impara a delegare: la persona giusta farà la differenza, quindi non affidare i tuoi lavori agli amici, ma scegli il miglior professionista disponibile nella tua cerchia
  • Se il lavoro è troppo poco, investi il tempo che ti resta in: riposo, formazione, personal branding. Prendersi cura del proprio lavoro significa anche dedicare un certo tempo a migliorarsi e a migliorare la percezione che gli altri hanno di te

 

 

Formazione e personal branding: non sono “riempi tempo” ma attività fondamentali

Trovarsi nella fase di calma, con meno lavoro del solito, può creare preoccupazione per il futuro: chiedersi cosa sarà del proprio futuro lavorativo è legittimo e normale, ma prima di sprecare il tempo a disposizione nel preoccuparsi e disperarsi è importante ricordarsi di questo schema ad ondate; come è valido per tutti, è valido anche per te.

Questo tempo di quiete, infatti, va occupato al meglio perché una volta immersi nuovamente nel pieno dell’attività lavorativa non se ne avrà più l’occasione.

  • È il momento giusto per fare bilanci: sei consapevole di quanto tempo hai dedicato a ogni progetto? È in linea con quanto avevi preventivato oppure con un cliente è più il tempo speso che il guadagno ricevuto? Hai un’idea di dove sarai lavorativamente tra 5 anni? Sai come arrivarci?
     
  • Nemmeno a dirlo, usa il tempo che hai a disposizione per quel corso di formazione acquistato un anno fa e mai seguito oppure per approfondire in autonomia le novità legate alla tua professione. Sicuramente potrai migliorarti, aggiungendo una competenza in più all’arco dei tuoi servizi: chi legge e studia continuamente sarà sempre un passo avanti gli altri
     
  • Personal branding questo sconosciuto? È ora di rimediare. Inizia a studiare l’architettura del tuo sito web, dei tuoi social network o del medium che preferisci, ma trova il modo di farti conoscere da potenziali clienti e colleghi: racconta chi sei, che servizi offri e, soprattutto, metti in mostra le tue capacità ed esponi il tuo punto di vista sulle questioni che più contano nel tuo ambiente lavorativo. Lo scopo è diventare riconosciuto come professionista di primo piano, attirando così il lavoro a te, senza più bisogno di andare a cercarlo.

Oltre a queste tre attività, da portare avanti in parallelo, abbiamo parlato anche di riposo, importante tanto quanto il resto: se non ricarichi le batterie nei periodi di calma, come potrai poi lavorare al meglio quando sarai sotto pressione? Trascurare questo punto solo per leggere un libro in più o per avanzare nel costruire il tuo personaggio lavorativo non vale la candela.

Affrontare i momenti di stress lavorativo richiede grande lucidità mentale: con le nostre indicazioni speriamo sarai già pronto e, sapendo cosa ti aspetta, non ti troverai spaesato quando le ondate ti investiranno. Anzi, pian piano questa alternanza diventerà una piacevole compagnia e un nuovo punto a favore del lavoro da freelance; come? Semplice: imparando al meglio a gestire il tuo tempo.


Gestione lavoro

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